Il supporto tecnologico di ultima generazione dato ai distributori automatici non è bastato a sedare la lecita preoccupazione di titolari e gestori riguardo la questione ‘hackeraggio’. Un esperto di sistemi di informatici e sicurezza informatica munito di buona volontà potrebbe imporsi di violare il sistema e manomettere la perfetta funzionalità del macchinario.
La consueta diffusione a macchia d’olio dei sistemi più o meno brevettati degli hacker estende la rete di possibili violazioni, accrescendo tensione e preoccupazione intorno a questo tema. I veri hacker incanalano la loro ‘forza’ intellettiva nella battaglia che credono di combattere contro i principali sistemi di sicurezza.
Quello che ne viene fuori sono indicazioni di presunti codici numerici e opzioni che mandano in tilt i sistemi e danno forma a operazioni di assalto criminoso alle vending machines.
Tutti gli ‘how to’ in circolazione hanno in comune la ricerca delle possibili falle hardware o software per hackerare i sistemi dei distributori automatici e sottrarre prodotti e incassi ai loro legittimi proprietari. Le aziende produttrici hanno contrato i propri sforzi nella creazione di macchinari in possesso di software all’avanguardia, sistemi di blindatura, telecamera di sicurezza e sistemi di allarme per rende molto più complicato hackerare il distributore automatico.
Le soluzioni di ultima generazione si presentano con degli apparati tecnologici sicuri e blindati, soprattutto perché devono supportare software adibiti alla memorizzazione elettronica e alla trasmissione telematica di fatture e corrispettivi, così come stabilito dal decreto legislativo in materia. (Fonte: http://venditoreautomatico.com/blog)
In tale direzione sarebbe stato impensabile mettere in piedi un sistema di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica di dati così sensibili senza avere la certezza di un sistema di massima sicurezza. I servizi imposti dal provvedimento in materia, infatti, fanno leva sulla sinergia di periferiche a pagamento, schede elettroniche per la raccolta dati ed erogatori collegati, vale a dire su servizi tecnologici di gestione operazioni e flussi di informazioni e denaro.
Il settore della distribuzione automatica si è attivato per rispondere adeguatamente e impedire l’hackeraggio dei distributori automatici, mettendo appunto sistemi di sicurezza all’avanguardia e prestando attenzione anche alla possibile ‘fuga’ di informazioni dall’interno. Non a caso, in passato, alcuni codici di sblocco utilizzati per compiere gli illeciti venivano facilmente recuperati dai manuali di istruzione dei macchinari messi a disposizione online. Il ricordo dell’uomo americano che nel 2006 prelevò fraudolentemente del denaro da uno sportello ATM (bancomat) di un’area di servizio, sbloccando e riprogrammando a piacimento l’apparecchio è ancora vivo nella memoria collettiva in qualità di importante monito a non compiere gli stessi errori.