Nipote di Costantino Zoppi, fondatore nel 1934 della prima commissionaria di borsa italiana, Marco Zoppi è un imprenditore italiano, esperto di fiscalità internazionale, nato a Milano nel 1962 e fondatore di Global Capital Trust.
Matura un’importante esperienza in seno all’azienda di famiglia, la Zoppi e C. SPA SIM a cavallo tra gli anni ’80 ed i ’90, operando come Responsabile del Settore Azionario fino al momento della vendita della ditta ad un gruppo di investitori stranieri. A metà degli anni ’90 si trasferisce nel Regno Unito, territorio nel quale collabora in qualità di Chief Trader con SBC Warburg ed in cui avvia alcune importanti collaborazioni con i principali istituti bancari londinesi.
Alla fine degli anni ’90, intuendo i grandi margini di sviluppo resi possibili dalla diffusione del Trust, si trasferisce in Svizzera e fonda, presso la città cantonale di Zug, la sua Trust Company, multinazionale oggi nota in tutto il mondo e presente anche ad Hong Kong ed in Lussemburgo.
Cos’è il Trust?
Il Trust è un istituto di carattere finanziario di origine anglosassone: si fonda su un rapporto fiduciario (Trust in inglese significa proprio ‘’Fiducia’’), tra il disponente, che conferisce i beni da investire, ed il trustee, che si occupa di gestirli in maniera oculata con lo scopo di garantire un ritorno economico successivo.
Il Trust è dunque un rapporto gestorio che prevede lo ‘’spossessamento’’ temporaneo della proprietà dei beni conferiti da parte dell’investitore allo scopo di ottenere una futura capitalizzazione che giustifichi l’investimento.
Come Marco Zoppi non ha mancato di confermare durante le sue interviste, all’interno di un Trust possono essere conferiti beni di vario tipo, da patrimoni meramente finanziari a proprietà immobili, da quote azionarie a partecipazioni aziendali, da opere d’arte a semplici diritti.
Il Trust è inoltre un istituto in grado di agevolare la raccolta di fondi atta a fini umanitari e a snellire le pratiche di gestione successoria in seno ad un’azienda.
Marco Zoppi Trust: lo strumento anche per la successione familiare
Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta uno dei punti focali sui quali si impernia la campagna di sensibilizzazione sui vantaggi del trust recentemente condotta da Marco Zoppi nel nostro Paese: l’Istat ha rilevato come, solo in Italia, siano 80.000 ogni anno gli imprenditori chiamati a far fronte alla gestione di una transizione generazionale all’interno della loro ditta: il compito dell’imprenditore, in questo contesto, è quello di programmare la gestione di questo processo, ricercando un equilibrio tra gli interessi dell’azienda e quelli familiari.
Nella gestione di queste delicate operazioni, l’istituto del Trust assicura maggior semplicità di applicazione ed una più elevata garanzia di ottenere risultati in maniera rapida ed efficace: l’istituto del Trust evidenza tutti i limiti della creazione di una holding parallela e della mera suddivisione tra mere proprietà ed usufrutto, sottolineando l’inadeguatezza di tali istituti in rapporto alla mole di pratiche da gestire allo scopo di perfezionare l’atto successorio.
Il trust, dunque, si configura come lo strumento più indicato a permettere il rapido passaggio di testimone alla guida di un’azienda, beneficiando anche di tutte le esenzioni fiscali sancite dall’Articolo 3 Comma 4 – Ter.