Il nuovo marchio Automobili Pininfarina, nato in seguito all’acquisizione dell’azienda italiana da parte degli indiani di Mahindra, si dedicherà alla produzione di auto elettriche. Il costruttore sarà impegnato nella progettazione e nella costruzione di vetture elettriche di lusso, occupandosi di tutte le fasi del ciclo produttivo a partire dallo studio del design. I servizi di ingegneria della firma italiana saranno adeguatamente utilizzati, ma per il resto il marchio sarà indipendente. E, soprattutto, ambizioso: l’obiettivo dichiarato è quello di riuscire a mettere a punto una hypercar elettrica del valore di due milioni di euro nel giro di un paio di anni, in modo tale che possa essere pronta per il 2020, in occasione del 90esimo compleanno di Pininfarina.
La vettura sarebbe capace di toccare i 400 chilometri orari di velocità massima, con uno scatto da zero a cento coperto in nemmeno dodici secondi, ma soprattutto potrebbe contare su ben 500 chilometri di autonomia. L’intervento di Mahindra non riguarda solo il supporto finanziario messo a disposizione, ma anche il know-how tecnico necessario allo sviluppo del sistema di propulsione elettrica, complice l’esperienza acquisita attraverso la divisione Racing che è impegnata in Formula E, la categoria di competizioni automobilistiche basata su vetture elettriche.
La compagnia curerà lo stile attraverso Luca Borgono, che nel curriculum vanta collaborazioni con Lamborghini e con la stessa Pininfarina. Il reparto design sarà in Italia, mentre in Germania ci sarà il centro amministrativo, con la supervisione del CEO Michael Perschke.
Come ci segnala l’autofficina Autronica officina specializzata in auto elettriche a Udine, non è questa, comunque, la sola novità relativa al settore delle vetture elettriche: dalla Svezia, per esempio, arriva la notizia dell’inaugurazione della prima strada elettrica in grado di ricaricare le batterie dei veicoli che la percorrono. Il suo nome è eRoadArlanda, e si basa su una tecnologia conduttiva resa possibile da una rotaia elettrica che si trova nel mezzo della carreggiata. Attraverso un braccio mobile, l’energia viene trasferita alle auto – ma anche ai camion -. Lo scopo è quello di arrivare al 2030 con un calo delle emissioni del 70%. Per il momento la rotaia elettrica ha una lunghezza di un paio di chilometri: la strada interessata è collocata fuori Stoccolma, tra l’area logistica di Rosersberg e il terminal Cargo di Arlanda, ma ovviamente l’intenzione è quello di estendere il progetto a tutto il territorio nazionale. I benefici per l’ambiente sarebbero facili da immaginare: si stima che il trasporto su strada elettrificata sia in grado di contenere la produzione di emissioni fossili fino al 90%, e in più una soluzione del genere presenta costi operativi ridotti all’osso, dal momento che l’impiego di motori elettrici efficienti presuppone un calo del consumo di energia. La Svezia è senza dubbio un Paese all’avanguardia in questo ambito, e il progetto di eRoadArlanda ne rappresenta una dimostrazione evidente e allettante per il futuro.
Nel frattempo in occasione del Gran Premio di Formula E di Roma è stata presentata una tecnologia che permette alle auto elettriche di ricaricarsi nello stesso modo degli smartphone, in appena 60 minuti e senza fili. A sviluppare questa tecnologia wireless è stato Graeme Davison, ingegnere di Qualcomm Halo.